L’Alpe 22 : cogliere la montagna

Traduzione : Letizia Ricci

Immaginata per un pubblico che desidera affinare sensibilità e conoscenza, L’Alpe è la prima rivista dedicata alle diverse culture ed al patrimonio dell’Europa alpina. La sua ambizione è di informare al di là delle barriere linguistiche ; spazio di scoperta e di emozioni, L’Alpe si interessa a tutti gli uomini che, dalla Slovenia al Mediterraneo, hanno saputo acclimatarsi ad un ambiente eccezionale. Punto d’incontro tra libro e rivista, trae dal primo la documentazione di riferimento sul tema principale, il rigore analitico, l’esigenza di qualità e l’autorevolezza di autori prestigiosi. Dalla seconda prende a prestito la periodicità trimestrale che le consente di arricchire il dibattito, il fascino di una ricca iconografia, l’insaziabile curiosità del giornalismo e l’approccio necessariamente didattico. Pur se fondata su competenze rigorose L’Alpe non è una rivista riservata all’élite. Si serve di materiale storico, geografico, archeologico, etnologico, ecc., per rendere alle tracce lasciate dagli uomini in questo territorio tutto la loro profondità. Ma nondimeno sarà luogo di dibattito sul futuro delle Alpi e di tutte le montagne del mondo.

Nel grande ciclo cosmico
Un tempo selvatici, i cereali sono stati addomesticati dall’uomo, dal vicino Oriente fino alle Alpi. Per assicurarsi il pane quotidiano il contadino delle montagne si è semplicemente ispirato alle condizioni naturali. Un bell’esempio di adattamento della pianta all’uomo. A meno che non sia il contrario …

Alimenti curiosi venuti d’altrove
Immigrate e naturalmente diverse, alcune piante hanno conosciuto nelle Alpi un lungo periodo di integrazione. Se mais, riso e patate sono oggi considerati prodotti tipici delle regioni di montagna, essi si sono tuttavia « naturalizzati » solo attraverso una lenta assimilazione nelle tradizioni alimentari locali.

Alpi d’altrove
Dalle pendici dell’Olimpo ai sentieri del Parnaso, gli antichi Greci si arrischiavano nei luoghi degli dei per sfruttarne le risorse. Un’alpe ellenica (edenica?) ricca di essenze rare, bacche selvatiche e piante medicinali.

L’almanacco dell’Alpe : cogliere i giorni e la montagna
La raccolta si ispira a Martin de la Soudière, pellegrino della montagna. Un almanacco alla maniera dell’Alpe, « semplice lezione delle cose passeggere ove risiedono tuttavia alcuni dei nostri migliori e più durevoli momenti » ci dice Pierre Lieutaghi, gran cancelliere della confraternita delle stagioni e autore di « L’erba che rigenera » e « La pianta compagna », mirabili opere di uno dei più sensibili etnobotanici, che si apre sul primo giorno dell’anno annunciando la vittoria della luce sulle tenebre.

Selvatica e nutritiva
Nelle Alpi marittime erbe e bacche offrono i loro sapori lungo i sentieri. Una manna di cui gli antichi profittavano allegramente. Grandi conoscitori di queste risorse, gli abitanti della valle della Roya ne hanno sempre fatto grande uso.

Delle piante e delle merci
Nel Valais, come altrove, i rimedi delle comari si cancellano lentamente dalla memoria. Di fronte ai recuperi abusivi, la rinnovata conoscenza delle piante e dei loro usi potrebbe essere utile all’economia delle montagne. Perorazione per la rinascita dell’erboristeria locale.

Alla ricerca del diamante nero
Il tartufo delle popolazioni alpine d’un tempo affiorava un po’ ovunque nel sottobosco e profumava i mercati e i pasti nelle campagne. Con la desertificazione delle montagne la miniera si è inaridita ed il prezioso fungo è diventato un prodotto di lusso. Un destino irreversibile ?

I frutti della terra
Mele, pere, fragole e tanto altro fanno parte integrante del paesaggio delle Alpi. Che provengano da arbusti o frutteti, i frutti entrano da sempre nell’alimentazione degli abitanti e partecipano all’economia di alcune regioni. Un patrimonio ricco di tante varietà antiche che abbiamo interesse a preservare.

Portfolio : l’isola alta
Un Queyras coniugato al presente e a tutte le persone. Per più di due anni Pierre Witt si è immerso nelle alte terre per rapirne l’anima. Nella più pura tradizione della fotografia umanista, un bell’omaggio a questi abitanti dell’Alpe, completato dalla penna fiorita di Marianne Boilève. Estratti.

I piccoli giardini della felicità
Vedere, toccare, odorare, capire ed apprendere la flora passeggiando in uno scrigno di verde. Ludici e pedagogici, i cinque giardini del priorato di Salagon, nell’Alta Provenza, propongono dei piacevoli percorsi a tema. Un approccio sensibile all’etnobotanica.

Il Dizionario enciclopedico delle Alpi : cacciatori alpini
La caccia, come la raccolta, ha permesso a lungo di accompagnare piacevolmente la quotidianità delle genti di montagna. Saldamente radicata nella cultura e nell’immaginario alpini, questa pratica varia al ritmo delle valli e delle comunità. Ma oggi non è più possibile braccare le marmotte o tendere trappole alla selvaggina ! Ormai rigidamente controllata, la caccia alpestre ha perso molta della sua originalità.

Fiore d’alambicco
La grappa giovane è arrivata. Nel segreto dei loro alambicchi alcuni distillatori creativi delle Alpi orientali italiane hanno effettuato una gustosa trasmutazione. La rustica acquavite s’è fatta nettare dai sottili aromi. Una riuscitissima alchimia di sapori inediti.

Gli altromondisti della tavola
Slow Food è un UFO nel mondo del militantismo della biodiversità alimentare. Nata in … Francia quattordici anni fa, l’associazione … italiana non è riuscita a sfondare nelle terre di José Bové e dei trecentosessantacinque formaggi. Ma il 2003 potrebbe segnare una svolta nel cammino.

Alta Maurienne : « un mondo a parte »
Al crocevia delle strade che conducono verso l’Italia questa valle è percorsa da molteplici correnti. Nel corso del tempo i suoi abitanti hanno intessuto una ricca cultura che si legge sui muri di pietra e negli ori barocchi. Una regione discreta e preservata che si decifra passo dopo passo, lungo sentieri d’arte e di natura.

La rotta di Napoleone
I « Passaggi dell’Alpe » della prossima edizione del Grenoble Jazz
Festival ospiteranno l’Italian Instabile Orchestra nell’assetto imperiale di una versione in sonoro, appassionata e rivisitata, di « Napoleone », il classico del cinema muto realizzato nel 1927 da Abel Gance, che in particolare mette in scena la traversata alpina del futuro imperatore.

Una voce singolare
Nelle sue melodie in dialetto del Valais, la cantante Laurence Revey fa incontrare, nel suo modo delicato e con una toccante scorciatoia geografica, vette svizzere e Alpi d’altrove, testi del narratore elvetico Claudy des Briesses e programmazioni di Hector Zazou, strumentazioni tradizionali e ritmi audaci dello stregone del suono Bugge Wesseltoft. Una scoperta.

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