L’Alpe 35 : cinema di montagna

Traduzione : Letizia Ricci

Immaginata per un pubblico che desidera affinare sensibilità e conoscenza, L’Alpe è la prima rivista dedicata alle diverse culture ed al patrimonio dell’Europa alpina. La sua ambizione è di informare al di là delle barriere linguistiche ; spazio di scoperta e di emozioni, L’Alpe si interessa a tutti gli uomini che, dalla Slovenia al Mediterraneo, hanno saputo acclimatarsi ad un ambiente eccezionale. Punto d’incontro tra libro e rivista, trae dal primo la documentazione di riferimento sul tema principale, il rigore analitico, l’esigenza di qualità e l’autorevolezza di autori prestigiosi. Dalla seconda prende a prestito la periodicità trimestrale che le consente di arricchire il dibattito, il fascino di una ricca iconografia, l’insaziabile curiosità del giornalismo e l’approccio necessariamente didattico. Pur se fondata su competenze rigorose L’Alpe non è una rivista riservata all’élite. Si serve di materiale storico, geografico, archeologico, etnologico, ecc., per rendere alle tracce lasciate dagli uomini in questo territorio tutto la loro profondità. Ma nondimeno sarà luogo di dibattito sul futuro delle Alpi e di tutte le montagne del mondo.

Settima arte al settimo cielo
Protagoniste o elemento scenografico, le Alpi ricoprono un bel ruolo in numerosi film, documentari e fiction. Teatro di drammi intimisti o di prodezze spettacolari, a volte realista, a volte poetica o simbolica, la montagna contribuisce da un secolo ad alimentare la magia del cinema.

Il richiamo delle vette
Félix Mesguich, pioniere della pellicola, si iscrive nella storia del cinema in montagna per un cortometraggio realizzato nel 1905. Operatore dei fratelli Lumière, viaggia nel mondo con la macchina fotografica e ripercorre le sue avventure in un libro di ricordi (Tours de manivelle, Grasset, 1933) in cui un capitolo è dedicato alle prime riprese alpine. Estratti.

Anima di affiche
Commoventi o divertenti, spettacolari o essenziali, volgari o compassate, le affiche giocano con i diversi registri della fantasia. Completate da una serie ininterrotta di pubblicazioni, dalle brochure pubblicitarie al romanzo fotografico, le affiche raccontano l’evoluzione del nostro sguardo sulle Alpi nel corso di un secolo di storia del cinema.

Bianco e nero : un mondo manicheo
Il Bergfilm, genere cinematografico essenzialmente tedesco in voga negli anni ’20, riposa su un’ideologia conservatrice, se non nazionalista. Ai piedi di monti dal candore immacolato, luoghi di energia salvifica, sorgono così tutti i simboli della nefandezza. Corruzione delle valli contro purezza delle cime.

Made in Hollywood
I registi americani hanno con le Alpi un rapporto paradossale. Pur affascinati dai paesaggi, la maggior parte di essi è estranea alla loro essenza. Con rarissime eccezioni, l’universo alpestre rimane il decoro di film altamente spettacolari, senza un’autentica partecipazione alla scenografia. Breve incursione tra gli altari e le polveri.

Bollywood nelle Alpi
I registi indiani dei film made in Bo(mbay)llywood hanno trovato nelle Alpi la scenografia ideale … Sari e turbanti si accomodano ormai volentieri negli chalet svizzeri o nei ghiacciai tirolesi, introducendo note esotiche ed una boccata di sogno per centinaia di milioni di spettatori.

Il bianco le va così bene …
Nella fiction l’alpe può diventare un personaggio ? Essere una presenza indispensabile che inflette azione ed emozione ? Di volta in volta velo di sposa, pelliccia glamour, guscio festoso, serial killer o coltre, la montagna si presenta qui in tutte le sue sfaccettature. Piccolo flashback senza pretese di esaustività o qualità sui diversi ruoli.

007 : la spia sugli sci
James Bond non ha mai rinnegato il suo amore per la montagna. Scenografia sontuosa o terreno di gioco (quasi) pericoloso, la montagna è qui lo specchio ghiacciato dei mutevoli volti della società. Dopo la recente uscita di Casinò Royale, zoom sulla spia che amava le vette …

Otto secondi per dirvi …
… che la pubblicità ha fatto delle Alpi uno dei suoi luoghi di elezione. Glorificate, sfruttate, raggirate, le montagne concentrano il meglio ed il peggio della comunicazione. Incursione su qualche decina d’anni di slogan-culto (tra cui la celebre Ovomaltina) o completamente dimenticati.

Eppure… girano
Silenzio … Motore … Non c’è bisogno di avere una conoscenza « himalaiana »
della tecnica cinematografica per indovinare che le condizioni imposte per girare un film in montagna viaggiano nella corrente di un fiume poco tranquillo. Incontri al vertice.

Obiettivo memoria(e)
I documentari ed i film di famiglia, ancor più delle fiction, rappresentano una memoria fragile. Dopo una tardiva presa di coscienza, alcune istituzioni hanno avviato una raccolta metodica di questi archivi alpini, senza sfuggire alla questione inerente alla loro conservazione e restituzione al pubblico.

Nelle Alpi
Quest’esposizione del Museo delle Belle Arti di Zurigo (Svizzera) torna sullo sguardo volto sulle Alpi da scienziati, artisti e viaggiatori. Un tema battuto e dibattuto, eppure abilmente riscoperto con inattese opere di Winston Churchill, Jean-Luc Godard, Jacques-Henri Lartigue e altri.

Navigazione in quota
Visto dal mare il rilievo è un riferimento importante per i navigatori. Nel corso delle esplorazioni, dietro alle sinuosità delle rive i cartografi hanno cercato di rappresentare la montagna, includendola così nell’avventura delle carte nautiche. Un aspetto inedito svelato qui da Olivier Le Carrer, autore della splendida opera Océans de papier pubblicata recentemente da Glénat.

La bella vicina
Arti visive, foto, musica, cinema, letteratura, teatro e danza sono nel programma di un vasto scambio artistico tra la Svizzera e la regione Rhône-Alpes che si inaugurerà nel prossimo gennaio a Lione e che si protrarrà per tutto l’anno. Un’occasione per verificare che la creatività elvetica racchiude numerosi talenti di levatura internazionale.

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