L’Alpe 40 : fabbriche e uomini

Traduzione : Letizia Ricci

Immaginata per un pubblico che desidera affinare sensibilità e conoscenza, L’Alpe è la prima rivista dedicata alle diverse culture ed al patrimonio dell’Europa alpina. La sua ambizione è di informare al di là delle barriere linguistiche ; spazio di scoperta e di emozioni, L’Alpe si interessa a tutti gli uomini che, dalla Slovenia al Mediterraneo, hanno saputo acclimatarsi ad un ambiente eccezionale. Punto d’incontro tra libro e rivista, trae dal primo la documentazione di riferimento sul tema principale, il rigore analitico, l’esigenza di qualità e l’autorevolezza di autori prestigiosi. Dalla seconda prende a prestito la periodicità trimestrale che le consente di arricchire il dibattito, il fascino di una ricca iconografia, l’insaziabile curiosità del giornalismo e l’approccio necessariamente didattico. Pur se fondata su competenze rigorose L’Alpe non è una rivista riservata all’élite. Si serve di materiale storico, geografico, archeologico, etnologico, ecc., per rendere alle tracce lasciate dagli uomini in questo territorio tutto la loro profondità. Ma nondimeno sarà luogo di dibattito sul futuro delle Alpi e di tutte le montagne del mondo.

L’arte di accomodare i brandelli
Il patrimonio industriale è un’eredità dimenticata che ha difficoltà a farsi posto nel paesaggio culturale. Se gli edifici dismessi cominciano a suscitare l’interesse del pubblico e degli operatori locali, resta da inventare una vera politica di riabilitazione, strettamente correlata alla memoria operaia cui si riferisce. Perché le fabbriche e i loro uomini sono una componente essenziale della storia alpina.

Quegli oscuri oggetti del disprezzo
Testimoni screditati, le vestigia industriali non sono valorizzate nel Valais. Si abbattono le fabbriche ma si restaurano vecchi forni. In questo cantone svizzero che ha sempre considerato l’industria come un corpo estraneo, l’interesse per il mondo rurale sovrasta la memoria operaia, ma anche la cultura contemporanea, che pure lascia poco a poco le sue tracce in una manciata di edifici riabilitati. Non senza difficoltà, in un paesaggio immobile da cartolina.

Tessitura sotto tutela
Alla fine del XIX secolo nella regione Rhône-Alpes delle fabbriche-pensionato, che associano l’internato al laboratorio, ospitano numerose operaie del settore tessile. Alle dipendenze delle religiose, le ragazze lavorano e vivono in condizioni molto dure, sottoposte ad una disciplina ferrea che dovrebbe proteggere la loro moralità. Un’oppressione padronale e confessionale che sarà denunciata dai sostenitori della società laica e repubblicana all’inizio del secolo successivo.

Quartiere negro
La fabbrica, dalla culla alla tomba… la fabbrica, che dà la vita e la toglie. La fabbrica alla cui ombra si lavora, ci si diverte o si fa sciopero. Una grande famiglia con i suoi dolori, le sue preoccupazioni e le sue gioie, un crogiuolo di uomini, di destini e di nazionalità. Dove i figli degli operai imparano a vivere giocando a pallone tra le scorie dei forni. Così è stato per la fabbrica di Petit-Cœur, in Tarentaise (Savoia), nei decenni del dopo guerra. Non era molto tempo fa… ma erano altri tempi.

Dopo di me… il nulla
Nella Maurienne la cartiera Matussière et Forest ha dovuto essere distrutta dopo quasi centocinquant’anni di esistenza, non per una volontà deliberata di cancellare il passato industriale di Fourneaux, ma per ragioni ambientali. Solo gli archivi e le ultime fotografie degli edifici dismessi conservano il ricordo di quell’avventura.

Portfolio : essere al lavoro o non essere ?
Gli uni di fronte agli altri, operai di ieri e disoccupati di oggi : dal loro confronto in queste pagine si ritraccia un secolo di mutamenti nel mondo del lavoro in Isère. Tra le dure condizioni dell’era industriale e la precarietà dell’attuale mondo ultraliberale si esprime una stessa lotta. Ed una memoria viva da preservare, elemento fondamentale della politica culturale e patrimoniale del dipartimento, concretizzata da mostre, pubblicazioni e dal progetto di un museo della memoria operaia.

Il cristiano e il marxista
Comunità di lavoro fondata su valori utopistici, fabbrica dei sogni unica nel suo genere, l’impresa Boimondau rappresenta una delle avventure industriali e sociali più singolari del secolo scorso. In trent’anni di esistenza, dal 1941 al 1972, questa fabbrica di casse per orologi ha goduto di un’incredibile fama sotto la guida di due personaggi atipici.

L’altra faccia del cemento
Materiali plastici e robusti, idonei a molteplici usi, il cemento e poi il calcestruzzo hanno conosciuto momenti di gloria nelle Alpi, sia per i processi di fabbricazione che per il loro impiego. Se ormai numerosi edifici godono di un riconoscimento a livello patrimoniale, i siti di produzione non subiscono la stessa sorte…

Un’industria volatile
Nata dalla delocalizzazione dell’orologeria svizzera, l’industria della tornitura della valle dell’Arve, in Alta Savoia, è la prima al mondo nel suo settore. In trecento anni, quest’attività a forte connotazione familiare ha generato un’autentica atmosfera industriale intorno alle competenze locali. Un patrimonio immateriale originale e vivace, minacciato oggi dai fondi d’investimento e dalle delocalizzazioni. Ma l’industria della tornitura è solubile nella globalizzazione ?

Parole di minatori
Nel 1997 le Houillères du Dauphiné cessavano l’attività. Un appassionato della cultura della miniera è andato ad incontrare alcuni vecchi protagonisti di quel mondo. In un’opera pubblicata per suo conto nel 2007, l’autore raccoglie delle testimonianze vivide sulla vita e la società di quell’altopiano matesino dedicato al carbone che ha conosciuto una difficile riconversione e la cui memoria resta dolorosa.

Alpi d’altrove : miniere al vento
Montagne calve e oscure piramidi dominano le case dei minatori, lassù verso terra… Nate dalle profondità della terra, le discariche abbandonate si erodono sotto il cielo o ad opera delle escavatrici. Invase da erbe incolte, queste Alpi del Nord, segnate da scorie e sudore, portano la memoria di generazioni di minatori. Dilemma : riciclarle o raderle al suolo ? Un fotografo ed un poeta hanno percorso insieme queste vette del passato, tra immanenza e mutamento.

Visioni alpestri
L’aspetto pittoresco dei paesaggi alpini attira gli artisti sin dal XVIII secolo. Seguendo le orme dei primi viaggiatori, essi scoprono scenari propizi a diverse espressioni pittoriche. Acquarelli, incisioni, stampe, acquetinte e litografie contribuiscono a diffondere l’immagine della montagna e dei suoi abitanti. Questa profusione di illustrazioni ha reso felici turisti e… collezionisti. Come Léo Garin e Jean Blanchard, che propongono un Voyage au cœur des Alpes estratto dai loro archivi e recentemente pubblicato dalle edizioni Glénat. Estratto.

Tale padre,
tali figli…
Guglielmo Tell, eroe leggendario, è al centro del mito fondatore della Confederazione svizzera. Questa figura, simbolo della libertà e dell’identità nazionale, ha un’incredibile posterità. Il personaggio e la sua storia sono stati presentati fino ai nostri giorni in molteplici forme ed in particolare attraverso i poster, come mostra l’esposizione presentata alla biblioteca nazionale svizzera di Berna.

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