L’Alpe 07 : carte di montagna

Traduzione : Letizia Ricci

Immaginata per un pubblico che desidera affinare sensibilità e conoscenza, L’Alpe è la prima rivista dedicata alle diverse culture ed al patrimonio dell’Europa alpina. La sua ambizione è di informare al di là delle barriere linguistiche ; spazio di scoperta e di emozioni, L’Alpe si interessa a tutti gli uomini che, dalla Slovenia al Mediterraneo, hanno saputo acclimatarsi ad un ambiente eccezionale. Punto d’incontro tra libro e rivista, trae dal primo la documentazione di riferimento sul tema principale, il rigore analitico, l’esigenza di qualità e l’autorevolezza di autori prestigiosi. Dalla seconda prende a prestito la periodicità trimestrale che le consente di arricchire il dibattito, il fascino di una ricca iconografia, l’insaziabile curiosità del giornalismo e l’approccio necessariamente didattico. Pur se fondata su competenze rigorose L’Alpe non è una rivista riservata all’élite. Si serve di materiale storico, geografico, archeologico, etnologico, ecc., per rendere alle tracce lasciate dagli uomini in questo territorio tutto la loro profondità. Ma nondimeno sarà luogo di dibattito sul futuro delle Alpi e di tutte le montagne del mondo.

Je t’aime, moi non plus

La geografia alpina è stata a lungo trascurata dai ricercatori. Eppure la cartografia potrebbe anzitutto servire per mettere pace tra quelle regioni che non vengono esplorate perché non presentano alcun interesse militare. Bisognerà attendere i Élisée Reclus ed i Raoul Blanchard perché al limitare dei Tempi Moderni le montagne esercitino il loro fascino sugli universitari.

Il rovescio della carta

Poco loquaci, le carte sono la trama di un’informazione spaziale, umana e economica, indispensabile agli utenti del territorio rappresentato. Una mancanza che le memorie ed i testi descrittivi si ingegnano ad ovviare dal XVIII secolo. Così sul rovescio della carta corrono discorsi che le danno un altro volto.

Il sentiero che non esisteva

Guidare i viaggiatori alpini attraverso le immagini : questo desiderio di mostrare «  la via da seguire  » ha dato vita a numerose rappresentazioni nel corso dei tempi, dall’incisione allegorica alla guida topografica informatizzata. Un sistema di guida che la conquista delle vette ha orientato verso una sfida originale : proporre, al di là di strade e sentieri segnalati, un itinerario puramente virtuale.

Il teatro del mondo

Rappresentare la montagna, luogo misterioso e dall’approccio pericoloso, è stato per lunghi secoli una scommessa. Dai monticelli stilizzati del Rinascimento ai rigorosi rilievi ombreggiati della cartografia del XIX secolo, il ritratto delle Alpi rappresenta l’evoluzione dello sguardo che gli uomini hanno sempre rivolto loro.

Sotto il sigillo del segreto militare

Le strategie del XVIII secolo volgono lo sguardo alla «  linea blu  » delle Alpi. Questa fortezza naturale ove si rincorrono frontiere fluttuanti viene infine rappresentata cartograficamente in modo rigoroso con Cassini e soprattutto Bourcet. Le Alpi si aprono così alla conoscenza, seppur classificata come «  segreto della difesa  ».

La scoperta del Monte Bianco

A star is born. È nata una stella. È un cittadino britannico a far apparire la prima volta il disegno ed il toponimo Monte Bianco su una vera carta geografica della… Svizzera ! Dal 1778 la vetta delle Alpi viene così infastidita dal concetto di frontiera nazionale. In cinque secoli di storia della carta, panorama di una «  invenzione  » magistralmente resa in immagini in un’esposizione a Chamonix.

Silicon valley

I chip hanno preso il posto del bulino dell’incisore. Da qualche anno l’informatica ha rivoluzionato l’universo della cartografia, sconvolgendo il mestiere del cartografo. Ma soprattutto è il nostro sguardo sul mondo che potrà vagabondare verso orizzonti insospettati. Questo potere dell’immaginazione metterà anche le ali ad alcuni protagonisti della «  nuova economia  » ?

L’arca di Marcel Dupond

Domenica 35 Cerfeuille, durante un’escursione sulla vetta della Barcasse, la famiglia Tatou scoprì le vestigia dell’arca di Marcel Dupond. Il tempo era decisamente bello, la primavera correva dritta e lesta verso l’estate che si preannunciava calda e secca.

Il volto nascosto di Helbronner

Un picco vicino al Monte Bianco e grandi e panoramiche cromolitografie del massiccio sono in generale ciò che rievoca il nome di Paul Helbronner. Ma il suo imponente lavoro di geodesia delle Alpi francesi è stato dimenticato. Eppure egli vi dedicò la vita, con una ostinazione talmente furiosa da sconfinare nella monomania. Dietro alla montagna di archivi emerge finalmente una personalità parimenti complessa e controversa.

Per la guerra, con lo sport

Per la loro imprecisione le carte ereditate dagli ingegneri del secolo precedente non riescono proprio a soddisfare le nuove esigenze del XIX°. Mentre la montagna diventa di moda gli alpinisti reclamano documenti di rigore scientifico. Gli appassionati daranno man forte così ai militari per ridurre topograficamente con precisione le alte regioni alpine. La cartografia entra nell’era moderna.

Collection Musée dauphinois


A cosa è dovuta la bellezza delle montagne

«  Una carta è al tempo stesso un ritratto ed una definizione  », scriveva Franz Schrader, che al passaggio del secolo scorso fece uscire definitivamente i Pirenei dall’evanescenza artistica. Pittore e disegnatore, giunse alla cartografia attraverso l’arte e grazie al suo sorprendente «  orografo  ». Le sue carte ed i suoi panorami del massiccio formano un’opera completa, una rappresentazione multiforme del paesaggio della montagna.

Ritratti d’altitudine

Rallegrarsi della finezza delle fibre della picea da cui si ricaverà un violino pensando al musicista che farà cantare i boschi, dedicare tutto sé stesso all’amministrazione di un hotel di montagna, fare gli scavi per quindici anni in una zona preistorica in altitudine, appassionarsi a libri ed incisioni antiche o camminare lungo i sentieri al passo lento delle mandrie… Ci sono tanti modi diversi di entrare in sintonia con la montagna, con le sue tradizioni, le sue culture e la sua quotidianità. Il fotografo Gianluca Boetti ha posato lo sguardo sui volti degli uomini e delle donne dell’alpe. Ritratti.

Le arnie dipinte della Slovenia

Un’arte popolare originale orna il frontale delle arnie dell’Alta Carnia. Una particolarità locale di questa regione slovena ove l’apicoltura ha vissuto uno sviluppo storico unico.

Il duro mestiere del politologo alpino

L’Austria ha dimenticato. Febbraio 2000 : per la prima volta nella giovane storia dell’Unione Europea un partito politico di estrema destra va al potere e vede affidarsi responsabilità governative. Le condanne sono quasi unanimi. Un anno prima il quotidiano Le Monde pubblicava un lungo articolo sul populismo alpino. Approccio premonitore ? Il suo autore lo spiega in queste pagine.

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