L’Alpe 10 : feste d’inverno

Traduzione : Letizia Ricci

Immaginata per un pubblico che desidera affinare sensibilità e conoscenza, L’Alpe è la prima rivista dedicata alle diverse culture ed al patrimonio dell’Europa alpina. La sua ambizione è di informare al di là delle barriere linguistiche ; spazio di scoperta e di emozioni, L’Alpe si interessa a tutti gli uomini che, dalla Slovenia al Mediterraneo, hanno saputo acclimatarsi ad un ambiente eccezionale. Punto d’incontro tra libro e rivista, trae dal primo la documentazione di riferimento sul tema principale, il rigore analitico, l’esigenza di qualità e l’autorevolezza di autori prestigiosi. Dalla seconda prende a prestito la periodicità trimestrale che le consente di arricchire il dibattito, il fascino di una ricca iconografia, l’insaziabile curiosità del giornalismo e l’approccio necessariamente didattico. Pur se fondata su competenze rigorose L’Alpe non è una rivista riservata all’élite. Si serve di materiale storico, geografico, archeologico, etnologico, ecc., per rendere alle tracce lasciate dagli uomini in questo territorio tutto la loro profondità. Ma nondimeno sarà luogo di dibattito sul futuro delle Alpi e di tutte le montagne del mondo.

Un’oscura luce preistorica
L’inverno è un periodo duro. Un momento di lotta tra luce e tenebre, ma anche spazio di silenzio e di pazienza. Di questa oscura fascinazione preistorica giunge a noi ancora qualche eco. Trasmessi dalla notte delle epoche, i miti ed i riti testimoniati dalle feste invernali riflettono il rapporto misterioso ed intenso tra l’uomo e l’inverno.

La grande ronda delle feste alpine
La farandola ha inizio a novembre : le maschere invadono le valli, trascinando con loro spiriti dei defunti e giovani in procinto di nozze in una gioiosa miscela di riti antichi e di credenze religiose destinati a garantire fertilità e prosperità. Dalle Alpi Marittime alla Slovenia, innumerevoli mascherate e festività vivono secondo antichi rituali il cui significato è spesso andato perso.

Sotto il segreto delle maschere
Arlecchini demoniaci ed efebi asessuati guidano il corteo delle maschere nelle valli ladine. Ancora vive tra il Tirolo del sud e le Dolomiti, queste feste affondano le proprie radici in un amalgama diffuso di miti e di riti, di credenze e di tradizioni. Ma gli attori non se ne curano. Questi carnevali non sono in fondo, e anzitutto, il modo migliore per affermare la propria identità culturale ?

Lo sposo chiuso nella bara dagli scapoli
Una sorprendente cerimonia chiude le festività carnevalesche nelle Alpi del sud. Il simulacro della sepoltura del re della festa si affianca alla tradizionale conclusione della fase adolescenziale della vita del ragazzo. Un rito burlesco che mette in evidenza il ruolo dei ragazzi nella comunità del villaggio.

«  Rissole  » ed altre pietanze
Tra Natale e l’Epifania, l’inverno viene aperto dal «  ciclo dei dodici giorni  ». Accompagnato da molteplici celebrazioni religiose, questo periodo di festa vede riemergere i costumi regionali, tra i quali la realizzazione ed il consumo di piatti tipici costituiscono una parte importante. Inventario nelle regioni della Savoia…

La festa reinventata
Tradizione come metamorfosi della modernità ? In molti villaggi alpini le antiche celebrazioni sono state riesumate e riproposte (inscenate?) da un piccolo gruppo di abitanti dinamici. Così ringiovanite sono (ri)divenute un legame in seno alla comunità. Flirtando talvolta con un folclore sospetto o un recupero mediatico, carnevali ed altre feste si rivelano un paradossale rifugio.

La bigotta e il toro
Un soffio di linfa pervade la natura e gli uomini all’arrivo della primavera. Voci e baccano, fuochi di gioia e scherzi… in Trentino i giovani davano libero sfogo ad un fracasso originale ed impertinente. Del tratomarzo, un’antica tradizione licenziosa e pagana, sussistono frammenti, talvolta promossi al rango d animazioni turistiche.

La notte dei Tschäggätä
Le emblematiche maschere del Lötschental, nel Valais, sono ormai divenute oggetti-souvenir ed il carnevale sembra aver perduto la sua anima. Ma i terribili Tschäggätä rifiutano di essere accantonati al ruolo di attrazione turistica. I giovani hanno danno un alito di nuova vita a questa festa scatenata. Perché la festa (e la follia) continuino…

Un figlio
Contemplato dall’alto della Mantelinha, il mondo non ha certo l’aria di una valle di lacrime. E così in gennaio, per chi non sia ceco nell’anima e veda da lassù tutto l’orizzonte intorno coperto di neve immacolata – anche per quel pastore la cui mandria gridi di fame nella stalla – c’è da credere che la terra sia stata creata solo per dare spazio a tanto candore.

Palle di neve
Nelle immagini turistiche alpine le palle di neve occupano un posto particolare. Dal tenero camoscio allo sciatore provetto, passando per la funivia, lo chalet di legno e Babbo Natale, tutti i cliché dell’alpe sono stati rinchiusi, un giorno o l’altro, in queste piccole sfere di plastica trasparente. Oggetti kitsch per eccellenza, le palle di neve vengono a volte usate da grandi creatori, che rendono in tal modo omaggio ai pionieri del souvenir. Souvenirs…

Collections société Convert et musée dauphinois. Photos : Jean-Marc Blache et Yves Bobin.

Viaggi nei monti Celesti
Un’imponente catena di montagne popolate di Kirghiz costeggia i confini della Russia e della Cina. All’inizio del secolo vi si avventurarono alcuni rari occidentali muniti di carte imprecise, alla ricerca di vette da conquistare. Tra di essi un principe ed una guida italiani accompagnati da un etnologo valdostano. Un secolo dopo, due loro compatrioti hanno ripercorso le loro tracce nel misterioso Tien-Shan.

Dell’arte e dei maiali
La mostra «  Traversate  » ha animato nello spazio di un’estate, il Parco Nazionale degli Ecrins. Cinque artisti contemporanei (un fotografo e quattro scrittori) hanno così potuto collocare temporaneamente le loro opere lungo il sentiero che collega La Bérarde al rifugio dello Châtelleret, in piena zona centrale. Un sacrilegio del quale ricorderemo le tante contraddizioni ed una polemica appassionante… Inchiesta.

Retour en haut