L’Alpe 33 : musei alpini

Traduzione : Letizia Ricci

Immaginata per un pubblico che desidera affinare sensibilità e conoscenza, L’Alpe è la prima rivista dedicata alle diverse culture ed al patrimonio dell’Europa alpina. La sua ambizione è di informare al di là delle barriere linguistiche ; spazio di scoperta e di emozioni, L’Alpe si interessa a tutti gli uomini che, dalla Slovenia al Mediterraneo, hanno saputo acclimatarsi ad un ambiente eccezionale. Punto d’incontro tra libro e rivista, trae dal primo la documentazione di riferimento sul tema principale, il rigore analitico, l’esigenza di qualità e l’autorevolezza di autori prestigiosi. Dalla seconda prende a prestito la periodicità trimestrale che le consente di arricchire il dibattito, il fascino di una ricca iconografia, l’insaziabile curiosità del giornalismo e l’approccio necessariamente didattico. Pur se fondata su competenze rigorose L’Alpe non è una rivista riservata all’élite. Si serve di materiale storico, geografico, archeologico, etnologico, ecc., per rendere alle tracce lasciate dagli uomini in questo territorio tutto la loro profondità. Ma nondimeno sarà luogo di dibattito sul futuro delle Alpi e di tutte le montagne del mondo.

Il traghettatore
e il missionario

Per soggiogare coloro che non vogliono lasciare tutto il loro « tempo di cervello umano disponibile » ad una televisione onnipresente, i musei della società devono reinventarsi costantemente. Devono insomma svolgere ancor di più il loro ruolo di traghettatori della memoria e del sapere per tentare di evangelizzare un pubblico la cui conquista non è scontata.

Oggetto da collezione,
collezioni di oggetti

Un museo respira al ritmo delle raccolte e delle restituzioni al pubblico. L’equilibrio tra questi due momenti, così come i rispettivi ruoli, è in continua evoluzione, ridefinito dalla funzione dei musei, essa stessa in fieri. Tanto che le collezioni hanno senza dubbio perso oggi la loro dimensione fondante.

Il mosaico
dei musei regionali

L’arco alpino ospita diverse centinaia di musei incentrati sull’uomo e sulle sue attività. La loro collocazione geografica ha spesso determinato lo spirito con cui sono nati e si sono evoluti. Destinati a raccogliere la memoria dei territori di appartenenza, si sono forgiati un’identità propria che va dal peggiore folclore all’eccellenza innovativa. Panorama.

Per un nuovo uso del mondo ?
Quale museo per quale pubblico nel prossimo futuro ? A questa domanda che abbiamo rivolto a dieci musei di cinque paesi dell’arco alpino sono state date altrettante risposte diverse. Dalla Slovenia fino alle rive del Mediterraneo, questi istituti si interrogano sul loro ruolo di mediatori culturali e sull’evoluzione dei rapporti che intrattengono con la società ed i visitatori.

Ritratto dell’artista in guisa di giovane reporter
Sébastien Secchia ha avuto carta bianca per realizzare questo album tra le quinte dei musei. Nessun limite per girovagare al ritmo dei suoi desideri in tre istituzioni europee centrate sull’uomo e sulle Alpi : Il Museo savoiardo di Chambery, il Museo di Etnografia di Ginevra ed il Museo etnografico sloveno di Lubiana.

I ragazzi di Hippolyte
Con i suoi cento anni nel 2006 e sempre aperto, il Musée dauphinoisnon si è mai discostato dalla linea che il suo fondatore, Hippolyte Müller, gli conferì con vigore. Anzitutto museo della società, non cessa di operare nella direzione di un dialogo rinnovato tra gli uomini ed è soprattutto attento ad offrire ad ogni componente delle società alpine la possibilità di trovare la sua collocazione.

Le stanze segrete
Svelare i dietro le quinte ai visitatori è l’originale approccio dei musei cantonali del Valais a Sion. Un programma inedito in quattro episodi che fa scoprire il misterioso volto nascosto di questi istituti, la quotidianità e gli uomini che operano per la loro scenografia. Un’operazione di mediazione culturale che fa riflettere.

Nostro monte
che sei un dio

Regina e madre del popolo inca, la montagna assume tutti gli status nel cuore della mitologia andina : incarnazione degli amori proibiti ma anche dell’intrepida sfida nei confronti del sacro. Resistente ai ripetuti assalti dei picconi gesuiti, l’alpe inca rimane il luogo di elezione del dialogo con gli dei.

Crinolina
sulle vette
Henriette d’Angeville è stata la seconda donna a raggiungere la vetta del Monte Bianco nel 1838. Venticinque anni dopo, a quasi settant’anni, si lancia alla conquista della vetta dell’Oldenhorn, in Svizzera. Il suo diario, fino ad oggi dimenticato, ne ripercorre le peripezie e soprattutto i sapori estinti di un capolinea in montagna quanto meno pittoresco …

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