L’Alpe 38 : a caccia di …

Traduzione : Letizia Ricci

Immaginata per un pubblico che desidera affinare sensibilità e conoscenza, L’Alpe è la prima rivista dedicata alle diverse culture ed al patrimonio dell’Europa alpina. La sua ambizione è di informare al di là delle barriere linguistiche ; spazio di scoperta e di emozioni, L’Alpe si interessa a tutti gli uomini che, dalla Slovenia al Mediterraneo, hanno saputo acclimatarsi ad un ambiente eccezionale. Punto d’incontro tra libro e rivista, trae dal primo la documentazione di riferimento sul tema principale, il rigore analitico, l’esigenza di qualità e l’autorevolezza di autori prestigiosi. Dalla seconda prende a prestito la periodicità trimestrale che le consente di arricchire il dibattito, il fascino di una ricca iconografia, l’insaziabile curiosità del giornalismo e l’approccio necessariamente didattico. Pur se fondata su competenze rigorose L’Alpe non è una rivista riservata all’élite. Si serve di materiale storico, geografico, archeologico, etnologico, ecc., per rendere alle tracce lasciate dagli uomini in questo territorio tutto la loro profondità. Ma nondimeno sarà luogo di dibattito sul futuro delle Alpi e di tutte le montagne del mondo.

Dare la morte, 
prendere la vita ?
Ruolo e senso della caccia nell’alpe non procedono senza ambiguità. Il rapporto tra domestico e selvatico, la dimensione simbolica e la portata sociale interrogano e talvolta scuotono i pregiudizi. Sono innumerevoli le piste che possono condurre ciascuno di noi a cambiare spalla al proprio fucile …

Incontri al … vertice
Cosa cercano fino ai piedi dei ghiacciai i lontani avventurieri dell’età della pietra ? Marmotte, aquile, stambecchi ed orsi delle caverne offrono loro nuove risorse ma anche nuovi confronti. Lungi dall’essere una semplice « guerra tra selvaggi », la caccia preistorica apre gli spazi alpini alla fantasia dell’uomo.

Cavalcata fantastica
La caccia selvaggia è un racconto diffuso in tutto il mondo. Le sue variazioni alpine sono anch’esse numerose e caleidoscopiche perché il passaggio dell’orda selvaggia è sinonimo di punizione, furore e paura al pari che di erotismo e fertilità.

Libro di caccia
Gaston Fébus, conte di Foix, scrive alla fine del XIV secolo il Livre de chasse, un manoscritto magnificamente illustrato. Cacciatore appassionato, l’autore è anche brillante narratore, capace di tradurre magistralmente tanto l’esperienza delle tecniche cinegetiche che la grande conoscenza della fauna e dell’amore profondo per le montagne dei Pirenei. Un’opera unica che ha conservato tutto il suo sapore.

Collezione
Il Museo della Caccia e della Natura di Parigi è stato da poco profondamente rinnovato. Racchiude autentici tesori culturali ed artistici ispirati dai rapporti che l’uomo intrattiene con la fauna selvatica. Segnaliamo in particolare la collezione di circa trecento fiaschini finemente decorati.

L’Alpino cacciatore
Abbondante e singolare, l’opera La chasse alpestre nel Delfinato, firmata da un tale Alpinus, si iscrive sia nel quadro dell’epopea cinegetica che nel trattatello di filosofie di ogni genere. La descrizione e la braccata della fauna selvatica sono il pretesto per gustose passeggiate, ritratti golosi ed altre buone ricette. Insomma, una storia di … penne.

Il fiore al fucile
Cacciatrice nel Queyras, Martine Humbert, quarantasette anni, percorre da due decenni i versanti della riserva di caccia di Ristolas, senza complessi e senza compagnia. Ritratto di una donna che sfida territori maschili.

Alto là, chi va là ?
Nel Vallese più che altrove la caccia è un fenomeno di società. Garante delle tradizioni, non emarginata o celata come una pratica vergognosa, opera piuttosto da collante tra tutte le classi sociali, riuscendo persino a mettere d’accordo i litiganti intorno ad un buon cosciotto. In questo cantone di montagna cacciare è naturale quanto una lotta tra due vacche o una raclette sull’alpeggio.

Sapori selvatici
Il suo cucchiaio naviga tra ricette di ieri e audaci novità. Cucinare la selvaggina risveglia il gusto ma anche i ricordi di Michel Rochedy, che ci regala qualche segreto sottratto alle vecchie ricette di famiglia. In anteprima della sua prossima opera (edizioni Glénat), una preparazione inedita di capriolo in salsa contemporanea. Pronti ai fornelli ?

Sulla linea di tiro
Pro o contro ? La discussione è aperta : la caccia ha ancora senso ai nostri giorni ? No, insorgono i naturalisti, di fronte a coloro che si ergono ad amministratori della fauna, una posizione ritenuta indifendibile secondo criteri scientifici. La controversia sul grido (vittorioso) di caccia è ancora saldamente aperta.

Su due piedi
Cacciatore di … teste, il fotografo Roberto Neumiller partecipa a modo suo all’inventario del patrimonio dei tre cantoni del sud dell’Isère (Corps, La Mure e Valbonnais). La serie di ritratti ricorda che un territorio è anzitutto le genti che lo abitano. Un meraviglioso lavoro carico di umanità, dove l’agricoltore è affiancato dal vecchio minatore, l’artista dal padrone del caffè e la guardia del parco nazionale dal cacciatore …

Portfolio
Vivi !
Dal mirino bracca la fauna alpina, ma il suo grilletto si chiama … scatto. I trofei che conquista dopo lunghi e pazienti appostamenti testimoniano magnificamente i misteri della vita selvaggia, degli amori, delle lotte, dei comportamenti e delle abitudini dei grandi mammiferi come dei più piccoli uccelli. Le fotografie toccanti di Claude Morerod lasciano incantati e perorano la causa della protezione di una biodiversità e di un ambiente eccezionali ma sempre minacciati.

A tutta musica !
Nel XIX secolo fanfare, bande e gruppi municipali portano la musica in strada. Figlie di un ideale democratico volto a riconciliare l’arte ed il popolo, queste musiche svolgeranno un importante ruolo sociale e morale. Se l’epoca dei « fanfaroni » (!) è compiuta, la pratica amatoriale resta viva ed esplora oggi un repertorio eclettico. L’esposizione presentata al museo Hector Berlioz (Isère) ripercorre l’avventura di queste orchestre nella regione Rhône-Alpes.

Figura libera
Charlotte Perriand, creativa proteiforme, non ha smesso di interrogare l’arte di abitare in un rapporto armonioso tra l’uomo ed il suo ambiente. Una ricerca fortemente ispirata dalla montagna, che occupa un posto preminente nella sua vita e nella sua opera, come mostra l’esposizione alla Maison des Jeux Olympiques di Albertville (Savoia).

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