L’Alpe 25 : almanacco 2005

Traduzione : Letizia Ricci

Immaginata per un pubblico che desidera affinare sensibilità e conoscenza, L’Alpe è la prima rivista dedicata alle diverse culture ed al patrimonio dell’Europa alpina. La sua ambizione è di informare al di là delle barriere linguistiche ; spazio di scoperta e di emozioni, L’Alpe si interessa a tutti gli uomini che, dalla Slovenia al Mediterraneo, hanno saputo acclimatarsi ad un ambiente eccezionale. Punto d’incontro tra libro e rivista, trae dal primo la documentazione di riferimento sul tema principale, il rigore analitico, l’esigenza di qualità e l’autorevolezza di autori prestigiosi. Dalla seconda prende a prestito la periodicità trimestrale che le consente di arricchire il dibattito, il fascino di una ricca iconografia, l’insaziabile curiosità del giornalismo e l’approccio necessariamente didattico. Pur se fondata su competenze rigorose L’Alpe non è una rivista riservata all’élite. Si serve di materiale storico, geografico, archeologico, etnologico, ecc., per rendere alle tracce lasciate dagli uomini in questo territorio tutto la loro profondità. Ma nondimeno sarà luogo di dibattito sul futuro delle Alpi e di tutte le montagne del mondo.

Tutte le forme del cliché
Il piccolo spazzacamino ne ha viste di tutti i colori ! L’iconografia di questo personaggio, molto amato dal pubblico come dagli illustratori, ha vissuto innumerevoli metamorfosi dal XVII secolo. In ogni sua forma, l’immagine di questi giovanetti rispecchia quella della società. Spesso idealizzato, richiamo di valori diversi o simbolo politico legato all’annessione della Savoia, il piccolo spazzacamino si impone quale figura eminente della fantasia popolare.

L’ultimo bivacco
Che idea, ma dico : che idea lanciarsi in un’ascensione come questa, in pieno dicembre ! Joseph era furibondo, contro se stesso più che contro la tempesta che si scatenava. Dire che si scatenava era peraltro dir poco : dopo uragano, tormenta, blizzard o qualcos’altro, mancava sempre una parola per qualificare questo tempo così rancoroso da dare l’impressione che financo la montagna stesse per essere rovesciata a terra.

Il popolo dell’acqua contro Guglielmo Tell
Emersi dai laghi svizzeri, i mitici Lacustri hanno rivestito un ruolo di rilievo nell’identità nazionale elvetica. Centocinquant’anni or sono la scoperta di insediamenti litoranei preistorici fece sensazione. Nell’immaginario collettivo queste popolazioni fiere ed i loro villaggi a guardia dei flutti andranno a detronizzare gli eroi leggendari ed i pastori montanari. La commemorazione dell’anniversario di queste scoperte è un’occasione per fare il punto su questi prestigiosi antenati.

Aristide Bergès, l’uomo dei lumi
Cent’anni fa veniva a mancare Aristide Bergès. Incensato dagli uni e contestato dagli altri, questo cartaio, che fu uno dei primi a servirsi dell’energia idraulica, è noto come il «  padre del carbone bianco  ». In Isère un museo gli renderà ben presto omaggio.

Montagne troppo belle ?
Facendo eco al nostro ultimo numero dedicato alla città in montagna, il geografo Grégoire Feyt, incaricato di missione presso la comunità di comuni dell’agglomerato urbano grenoblese, ci ha fatto pervenire le sue riflessioni. Si è così avviato un dialogo con André Pitte, direttore della redazione de L’Alpe : in sostanza, le città alpine sono condannate alla mediocrità urbana ?

Il sale della Storia
L’oro bianco è sfruttato da migliaia d’anni nelle montagne nei pressi di Salisburgo. Un candore custodito nelle viscere della montagna che gli uomini hanno estratto con gran fatica dalle miniere di sale di Hallstatt e che ha costituito la loro ricchezza. Ancora in attività, le miniere hanno già lasciato numerose vestigia, ma recenti scoperte portano una nuova luce sulla prosperità di questa comunità di minatori. Una bella esposizione del museo di Bibracte, in Borgogna, alza il velo su questa città di sale.

Il primo film di montagna
Impresa audace questa Traversata del Grépon, girata nel 1923 senza alcun trucco, su una delle vette più impervie delle Alpi. Realizzato da André Sauvage nelle aiguilles di Chamonix, il film venne salutato come un exploit, accendendo non poche vocazioni. Dei 7780 metri di pellicola rimangono oggi alcune immagini di un cineasta pioniere, ingiustamente caduto nell’oblio.

Uno zoo di pietra
Il nome delle montagne appare tardivamente nelle Alpi, dove lo spazio rimane pressoché anonimo fino all’Alto Medioevo, quando vengono attribuiti i nomi alle regioni fertili (e quindi utili) ed ai corsi d’acqua. Bisognerà attendere il XVIII secolo perché la toponimia si arricchisca e si faccia più precisa, a partire dagli appellativi spesso animalistici degli abitanti.

La terra genuina di Beaucroissant
La fiera secolare di Beaucroissant dà continuamente prova di vitalità. Il coloratissimo appuntamento di questa provincia del Delfinato segna l’arrivo dell’autunno e vede riunirsi nel borgo bestiame, ambulanti, agricoltori e cittadini nostalgici della ruralità. Una tale passione per una manifestazione dai tratti ancora arcaici non manca di sorprendere. E questa bella longevità si spiega forse con l’appropriatezza della data e con la nostalgia di una certa arte di vendere.

La foresta che canta
Un bosco di risonanze spinge verso il nord d’Italia, sulle ultime pendici delle Alpi Giulie. Un bosco che si trasforma in violini. Nel cuore delle conifere centenarie della foresta di Tarvisio sonnecchia una voce cristallina che fa la fortuna dei liutai di Cremona e procura una nuova risorsa alla regione Friuli.

Chamonix-sur-Seine
Non si tratta del borgo dell’Alta Savoia ma è proprio la Senna che si vede insinuarsi laggiù ai piedi della torre Eiffel e … delle vette innevate ! Questa sorprendente rappresentazione iperrealista della montagna, realizzata per una campagna pubblicitaria, è opera di un mago dell’immagine, Jean-Marie Vives, che ha lavorato anche come scenografo nel film Alien, la resurrezione.

L’arco della pace
Questo bel monumento eretto dinanzi alla cittadina di Susa, sulla strada del Monginevro, è un’ode all’arte diplomatica. Commemora infatti il trionfo del dialogo sulla guerra : l’annessione all’impero di un territorio altamente strategico e delle sue popolazioni. Nominato prefetto, il re Cozio affianca sul trono l’imperatore nel fregio che orna l’arco, realizzato da artisti locali in obbedienza ai canoni ufficiali.

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