L’Alpe 28 : abitare in montagna

Traduzione : Letizia Ricci

Immaginata per un pubblico che desidera affinare sensibilità e conoscenza, L’Alpe è la prima rivista dedicata alle diverse culture ed al patrimonio dell’Europa alpina. La sua ambizione è di informare al di là delle barriere linguistiche ; spazio di scoperta e di emozioni, L’Alpe si interessa a tutti gli uomini che, dalla Slovenia al Mediterraneo, hanno saputo acclimatarsi ad un ambiente eccezionale. Punto d’incontro tra libro e rivista, trae dal primo la documentazione di riferimento sul tema principale, il rigore analitico, l’esigenza di qualità e l’autorevolezza di autori prestigiosi. Dalla seconda prende a prestito la periodicità trimestrale che le consente di arricchire il dibattito, il fascino di una ricca iconografia, l’insaziabile curiosità del giornalismo e l’approccio necessariamente didattico. Pur se fondata su competenze rigorose L’Alpe non è una rivista riservata all’élite. Si serve di materiale storico, geografico, archeologico, etnologico, ecc., per rendere alle tracce lasciate dagli uomini in questo territorio tutto la loro profondità. Ma nondimeno sarà luogo di dibattito sul futuro delle Alpi e di tutte le montagne del mondo.

Alpe di legno,
alpe di pietra
«  La casa è il più apparente e personale dei tratti etnici  » , ci dice l’etnologo Leroi-Gourhan. Essa è infatti considerata come uno degli ultimi elementi qualificativi dell’identità regionale, fino all’eccesso, allorquando s’impongono immagini e rappresentazioni confuse.

Abitare la montagna
Una misteriosa alchimia presiede all’originalità e alla diversità dell’habitat alpino : tre gocce di cultura, due dita di natura e una spolverata di buon senso, il tutto condito con una punta di immaginazione e di gusto artistico… Da un’estremità all’altra delle Alpi l’architettura rurale propone una bella tavolozza di forme, di tecniche e di materiali.

I tetti
del tetto (dell’Europa)
I tetti alpini presentano una varietà di forme, materiali e colori e contribuiscono all’armonia dei paesaggi della montagna abitata. Coperture discrete, progettate con amore da generazioni di artigiani, che oggi si stanno banalizzando. Perorazione per il riesame di un’estetica abbandonata.

Pastori delle caverne
Sul versante meridionale delle Alpi centrali le attività pastorali erano ospitate dai ripari costituiti dalla ciclopiche rocce frutto delle frane. Centinaia di anfratti, granai, stalle ed altri alloggi provvisori, rustici ma pratici, testimoniano il sapiente uso dell’ambiente. Un patrimonio architettonico alpino molto originale.

Quelli che…
nella valle di Gressoney
Muratori itineranti, gli uomini di questa piccola valle della Val d’Aosta se ne andavano ogni anno ad esercitare il loro mestiere oltremonte, esportando così lo stile architettonico dei loro villaggi in Savoia e nel Valais. Costruzioni venute da lontano, integrate ormai al patrimonio locale, che testimoniano la lunga tradizione di scambio delle competenze artigiane a livello europeo.

Legno per i granai
Duecento alberi per una sola casa ! Una quantità impressionante, frutto dello studio condotto recentemente su un alloggio tradizionale che risale a tre secoli fa in una piccola valle valdostana. Questi «  granai  » venivano costruiti in grandi quantità, quando la foresta sembrava inestinguibile…

Nel dolce calore
del focolare
Una grossa stufa rivestita di maiolica riscalda questo confortevole soggiorno rivestito di legno. La Stube è la versione tedesca della «  camera calda  » delle regioni di montagna. Luogo d’elezione della vita familiare e sociale, questa stanza accogliente e piacevolmente arredata è una tradizione medievale che ha attraversato i secoli.

Il fotografo e l’etnografo
Roberto Neumiller percorre il territorio alpino da anni per realizzare il ritratto di coloro che ci vivono. Un singolare confronto tra le sue fotografie e quelle, realizzate talvolta un secolo prima, delle collezioni del Musée dauphinois rivelano sorprendenti corrispondenze.

Dal granaio al «  mazot  » :
la metamorfosi
Queste casette delle bambole, smontabili e modulabili, racchiudevano un tempo le riserve per l’inverno, le ricchezze del quotidiano e… una forte carica simbolica. Reinterpretate e ribattezzate oggi «  mazot  », i granai in legno alimentano il mito di una montagna idealizzata.

Bisogna bruciare
gli orologi a cucù svizzeri
Chalet vecchio stile e gerani hanno invaso le Alpi ! Una grande occasione per i costruttori pronti a sfruttare anche l’ultimo pezzo di (buon) legno. Ma col pretesto del ritorno alla tradizione, l’edilizia d’imitazione neo-rustica rischia di soffocare la creazione architettonica contemporanea. Sfuriata.

L’alfabeto delle… imposte
Segnati dal tempo, mille volte ridipinti e aggiustati, con l’unico ornamento rappresentato dai sistemi rustici di chiusura in ferro o in legno, catenacci, porte e imposte si trasformano in quadri per chi ne voglia cogliere l’aspetto artistico. Le scoperte di Catherine Stahly-Mougin a Volvent, un paesino di venti anime inerpicato a 850 metri di altitudine nella Drôme delle montagne.

Regolamento di conti
tra Rodano e Guiers
Louis Mandrin, cui il Musée dauphinois dedica una grande mostra, faceva parte di quelle reti del grande contrabbando che viveva un’epoca fiorente verso la metà del XVIII secolo. È quanto rivela un recente e minuzioso studio degli archivi del senato della Savoia.

L’esploratore delle Alpi Marittime
Alla fine del XIX secolo un nobile erudito ed alpinista, Victor de Cessole, scopre i tormentati rilievi dell’alta valle del Var. Per quarant’anni percorrerà queste montagne dell’entroterra nizzardo realizzandone cartografie e fotografie e concedendosi con l’occasione alcune belle ascensioni, come quella delle Aiguilles de Pelens .

Friabile come un biscotto
Cento anni fa, il 16 agosto 1905, quattro uomini si issano in vetta alla Grande Aiguille de Pelens , dopo essersi abbandonati a delicate acrobazie su una parete estremamente instabile. Una vittoria per Victor de Cessole e le sue guide, su montagne considerate ancora oggi molto pericolose.

Parlateci di voi,
parlateci di noi
I risultati del sondaggio effettuato presso i nostri lettori nel numero 26 dello scorso inverno.

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