L’Alpe 76 : I grandi costruttori

Traduzione : Letizia Ricci

Immaginata per un pubblico che desidera affinare sensibilità e conoscenza, L’Alpe è la prima rivista dedicata alle diverse culture ed al patrimonio dell’Europa alpina. La sua ambizione è di informare al di là delle barriere linguistiche  ; spazio di scoperta e di emozioni, L’Alpe si interessa a tutti gli uomini che, dalla Slovenia al Mediterraneo, hanno saputo acclimatarsi ad un ambiente eccezionale. Punto d’incontro tra libro e rivista, trae dal primo la documentazione di riferimento sul tema principale, il rigore analitico, l’esigenza di qualità e l’autorevolezza di autori prestigiosi. Dalla seconda prende a prestito la periodicità trimestrale che le consente di arricchire il dibattito, il fascino di una ricca iconografia, l’insaziabile curiosità del giornalismo e l’approccio necessariamente didattico. Pur se fondata su competenze rigorose L’Alpe non è una rivista riservata all’élite. Si serve di materiale storico, geografico, archeologico, etnologico, ecc., per rendere alle tracce lasciate dagli uomini in questo territorio tutto la loro profondità. Ma nondimeno sarà luogo di dibattito sul futuro delle Alpi e di tutte le montagne del mondo.

IL DOSSIER

Nuove strade per le Alpi romane

Per unire l’Impero e collegare Gallia, Germanie e Italia, i Romani crearono una fitta rete di vie di comunicazione attraverso l’arco alpino, identificando i passi strategici e moltiplicando le opere dell’ingegno. La via Domizia, le strade del Piccolo e Gran San Bernardo o quelle dell’Oisans hanno tutte facilitato l’espansione militare ed economica dell’Impero, così come la sua amministrazione. Rivisitazione della costruzione di questa grande mappa stradale, di Jean-Pascal Jospin, conservatore capo del Musée dauphinois, incaricato dell’archeologia, e direttore del Museo archeologico di Saint-Laurent a Grenoble.

Lesdiguières, il grande architetto del Delfinato

Lo stemma del Duca di Lesdiguières reca l’effige di un leone ruggente sovrastato da tre rose. Leone, o piuttosto volpe?, il condottiero militare protestante fu un eminente ordinatore che trasformò profondamente il Delfinato consolidandovi il potere del re. Se il XVII secolo fu quello della dinastia Lesdiguières, il 2017 festeggerà l’opera dell’ultimo connestabile di Francia con un ricco programma di esposizioni, seminari ed incontri in Isère. Stéphane Gal, docente e ricercatore di Storia moderna all’Università Grenoble Alpes, ripercorre l’opera proteiforme di un infaticabile costruttore.

L’arte della difesa da Vauban a Bourcet

La guerra in montagna deve essere preparata e teorizzata. A questo compito si dedicarono due grandi strateghi militari all’epoca di Luigi XIV e Luigi XV : Sébastien le Prestre, ossia Vauban, e un figlio delle Alpi, l’ufficiale geografo Pierre-Joseph de Bourcet. Due visioni diverse della guerra ma una stessa analisi delle difficoltà del terreno ed un unico obiettivo : ammodernare la difesa delle Alpi. Di Nicolas Morestin, ex assistente alla conservazione del patrimonio del Museo di Orange, diplomato in Storia.

Il sogno di una nuova Nizza

Il Marchese di Saint-Marsan è una figura poco nota nei libri di storia. Eppure non fu solo governatore di Nizza alla fine del XVIII secolo, ma soprattutto architetto della modernizzazione della Strada Reale che unisce la contea di Nizza all’allora capitale Torino. La sua ambizione era fare di Nizza una piazza commerciale di livello europeo, in grado di competere con Genova e Marsiglia. Di Jean-Loup Fontana, conservatore capo del patrimonio.

Hautes-Alpes : invenzione di un dipartimento

Il prefetto Ladoucette ha appena trent’anni quando viene nominato nelle Hautes-Alpes. Nel dipartimento di nuova creazione c’è tutto da fare e da pensare. Ladoucette svilupperà un approccio complessivo della sistemazione del territorio, visione rara per l’epoca, portando una particolare attenzione tanto alla circolazione delle merci quanto alle scuole e agli ospizi. Incombeva infatti l’urgenza di far uscire la regione dall’isolamento. Ritratto di un «  apripista  ». Di Jean-Loup Fontana, conservatore capo del patrimonio.

Fari puntati…

La torre di Grenoble ha una storia interessante. L’osservatorio alpino in cemento armato costruito nel cuore della città dal grande architetto Auguste Perret nel 1925 dovrebbe (infine!) essere rinnovato. Un altro architetto, Leslie Cunningham, ne ha colto le infinite sfumature in una sinfonia di cieli e colori. Gioco di sguardi. Di Jean Guibal, direttore editoriale de L’Alpe e Leslie Cunningham, architetto e fotografo.

Il Piano neve : una buona idea ?

Nel fecondo periodo dei trent’anni che hanno seguito la Seconda Guerra mondiale la Francia ha scommesso sullo sviluppo degli sport invernali dando vita a diversi programmi per la montagna. La pianificazione portò alla creazione dal nulla di diverse decine di stazioni di sci in quota. A cinquant’anni dalla nascita di Courchevel, ritorno su una politica di sistemazione del territorio quanto meno offensiva e sulle alternative svizzere e austriache. Di Emmanuelle George-Marcelpoil, dottore in Economia, Hugues François, dottore in Sistemazione del territorio, e Coralie Achin, dottore in Scienze del territorio.

& ANCHE

PORTFOLIO

Senza limiti

Il Museo dell’Elysée di Losanna è una delle più importanti istituzioni culturali del mondo dedicata, senza che il suo nome lo lasci indovinare, alla fotografia. Questa primavera si interessa alle Alpi svelando per la prima volta circa trecento stampe, più di tre quarti delle quali provengono da collezioni proprie. Dal 1840 ad oggi questi documenti ci raccontano come l’immaginario dei fotografi si è appropriato maestosamente dell’universo dell’alta montagna. Di Daniel Girardin, conservatore capo al Museo dell’Élysée, e Pascal Kober, redattore capo de L’Alpe.

ALPI D’ALTROVE

Swiss made in Normandia

A ognuno le sue montagne ! Un rilievo accidentato, dei pascoli verde acceso, una lunga tradizione casearia… non serviva niente di più ai mercanti di sogni per esportare l’idillio elvetico in quest’angolo di Normandia e battezzarlo « Svizzera normanna » o « piccola Svizzera ». Dedicato a tutti gli appassionati di scorciatoie geografiche ! Di Guillaume Lebaudy, etnologo.

ESPOSIZIONE

Veneri moderne : foulard, mon amour

Questo fazzoletto di tessuto, simbolo della femminilità, che fu a lungo appannaggio di contadine ed operaie, è finito col diventare un indispensabile accessorio di seduzione, esaltato dalle grandi case di moda. Il Museo della Montagna di Torino lo ha fatto suo collezionando i foulard che illustrano le vette ed i loro simboli. Una mostra che offre una doppia prospettiva perché riflette la storia dell’immagine della donna e quella della montagna. Di Silvia Vacirca, docente di Storia della moda nel cinema all’Università « La Sapienza » di Roma.

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