L’Alpe 79 : Paesaggi. Il mondo alla finestra

Traduzione : Letizia Ricci

Immaginata per un pubblico che desidera affinare sensibilità e conoscenza, L’Alpe è la prima rivista dedicata alle diverse culture ed al patrimonio dell’Europa alpina. La sua ambizione è di informare al di là delle barriere linguistiche  ; spazio di scoperta e di emozioni, L’Alpe si interessa a tutti gli uomini che, dalla Slovenia al Mediterraneo, hanno saputo acclimatarsi ad un ambiente eccezionale. Punto d’incontro tra libro e rivista, trae dal primo la documentazione di riferimento sul tema principale, il rigore analitico, l’esigenza di qualità e l’autorevolezza di autori prestigiosi. Dalla seconda prende a prestito la periodicità trimestrale che le consente di arricchire il dibattito, il fascino di una ricca iconografia, l’insaziabile curiosità del giornalismo e l’approccio necessariamente didattico. Pur se fondata su competenze rigorose L’Alpe non è una rivista riservata all’élite. Si serve di materiale storico, geografico, archeologico, etnologico, ecc., per rendere alle tracce lasciate dagli uomini in questo territorio tutto la loro profondità. Ma nondimeno sarà luogo di dibattito sul futuro delle Alpi e di tutte le montagne del mondo.

IL DOSSIER

Spostare le montagne

Chimera, mito o realtà ? Il potere di sollevare le montagne è stato a lungo una prerogativa esclusiva degli dèi, capaci anche di spianarle o di farle emergere dalla terra. La montagna incarna in sé l’immagine dell’inamovibile ed oggi non è più alla mercé degli dèi. L’uomo sa schivarla, attraversarla, imitarla e financo modellarla a suo piacimento. Di Sylvain Jouty, scrittore.

ESPOSIZIONE

Le Alpi di Jean de Beins

La carta e il paesaggio

Al già lungo elenco delle meraviglie del Delfinato si potrebbero aggiungere le carte realizzate dal geografo Jean de Beins sotto il regno di Enrico IV. Questi preziosi documenti, dotati di una chiarezza straordinaria, permettono di immergersi nella vita alpina agli inizi del XVII secolo. Non contentandosi di situare i luoghi, il cartografo ha messo in scena le città con i loro sistemi di difesa, le valli e le loro culture, i fiumi e i loro guadi e perfino gli eserciti con i loro strateghi. Delle testimonianze eccezionali, mai esposte fino ad ora, da scoprire al museo dell’Ancien Évêché di Grenoble. Di Perrine Camus, dottoranda in storia moderna all’università Grenoble-Alpes.

La geografia delle parole

La toponomastica è uno straordinario strumento di conservazione dei paesaggi del passato. Ritrovare l’origine dei toponimi che oggi sono scolpiti sulle carte o sui cartelli stradali è un modo per ridare senso ai luoghi che non vediamo più a forza di attraversarli. Sono innumerevoli i nomi che sottolineano una caratteristica del paesaggio e rinviano alla loro origine, gli aspetti che si sono conservati e quelli che sono scomparsi, cancellati dalle sistemazioni del territorio. Passeggiata nei paesaggi alpini attraverso le parole. Di Jeanine Élisa Médélice, professore emerito all’università Grenoble-Alpes.

ESPOSIZIONE

Paul Cabaud, innamorarsi qui

Il suo qui sono le coste del lago di Annecy, un terreno di gioco che questo paesaggista troppo discreto ha percorso in tutti i sensi, fino a partecipare, nel 1878, alla sorprendente « caccia al quadro » organizzata da Camille Dunant, presidente della sezione locale del Club Alpino Francese. Racconto di un’avventura artistico-alpestre i cui « trofei » (schizzi, fotografie, dipinti, ecc.) sono presentati al museo-castello di Annecy. Di Sophie Marin, responsabile delle collezioni delle belle arti dei musei di Annecy.

PORTFOLIO

Sulla pelle della montagna

Se sei invitato a trascorrere una settimana in una stazione sciistica, cosa fare se… non scii ? Fotografare ! Come ha fatto Jean-Pierre Angei sorvolando le piste con gli impianti di risalita. Di Pascal Kober, capo redattore de L’Alpe.

Gli occhi dietro la testa

Cos’è un retro paesaggio ? Utilizzando gli specchi presenti lungo le strade delle Alpi del Delfinato, Jean-Louis Roux fotografa non solo ciò che si presenta davanti ai suoi occhi ma soprattutto quello che c’è dietro. Un modo malizioso di interrogare la fabbrica del paesaggio e al tempo stesso l’arte della fotografia. Di Jean-Louis Roux, critico letterario e d’arte, scrittore e poeta.

Le metamorfosi del San Gottardo

Paesaggio in movimento, colosso di pietra, teatro di lavori faraonici, il San Gottardo è una delle grandi icone nazionali svizzere. La storia del massiccio ricalca l’evoluzione del rapporto con una montagna che gli uomini non si stancano di sistemare pur continuando a vederla come l’ultimo bastione della « natura naturale ». Di Christophe Girot, architetto paesaggista, professore al Politecnico federale di Zurigo.

& ANCHE

DIBATTITO

Barcelonnette con i colori del Mercantour

Rivoluzione ! Mentre la maggior parte degli eletti della Savoia rigettano la Vanoise, la cittadina di Barcelonnette, nelle Alpi dell’Alta Provenza, chiede invece di aderire al Mercantour. Una prima nella storia tumultuosa dei parchi nazionali, segno di un cambiamento di mentalità o semplice opportunità ? Dietro l’attualità si pone la questione del posto occupato dall’ambiente nelle politiche territoriali e quella di un turismo meno invasivo. Di Éliane Patriarca, giornalista indipendente specializzata in tematiche ambientali.

BELLE PAGINE

Grenoble 1968 : cultura in… gioco

Anno delle Olimpiadi ma anche anno atipico, il 1968 segna una svolta nella storia di Grenoble, scelta per ospitare i Giochi invernali. Pur essendo anzitutto un evento sportivo, i Giochi Olimpici saranno l’occasione della metamorfosi di una città che vuole essere sempre più all’avanguardia e che attuerà un’audace politica culturale. Dopo cinquant’anni cosa resta di quell’eredità ? Di Guy Saez, direttore di ricerca emerito del CNRS presso la facoltà di Scienze Politiche di Grenoble.

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